L’obiettivo principale del progetto SPHeritage è comprendere la risposta delle popolazioni umane del Paleolitico ai cambiamenti del livello del mare. Per fare questo, nell’ambito del progetto, sono in corso numerose attività, suddivise in vari ambiti.
VARIAZIONI DEL LIVELLO DEL MARE
Nel complesso dei Balzi Rossi sono geologicamente documentati gli ultimi tre, o possibilmente quattro, periodi interglaciali, con almeno 3 linee di costa del passato che si trovano a quote altimetriche distinte. La precisa identificazione e datazione delle linee di costa del passato è uno degli obiettivi delle ricerche, che oltre alla zona dei Balzi Rossi prendono in considerazione altri siti costieri nell’area liguro-provenzale.
Revisione dei precedenti lavori sui Balzi Rossi e la costa ligure-provenzale.
È in corso la creazione di un database sulle variazioni del livello del mare e della linea di costa lungo la costa della Liguria e della Provenza durante gli ultimi 400.000 anni. La letteratura scientifica sulle evidenze delle variazioni della linea di costa nel Pleistocene è stata rivista in modo critico prendendo in esame anche la letteratura grigia e minore, fonte di informazioni preziose su sequenze stratigrafiche ora completamente distrutte.
Misurazione delle quote dei marker del livello marino.
È stato compilato un elenco delle evidenze di livelli marini passati, compresa la loro posizione geografica e altitudine/profondità. A questo si aggiungerà un nuovo quadro geocronologico per tali variazioni, basato su tecniche radiometriche e con il metodo della racemizzazione degli aminoacidi, applicati su campioni selezionati. Tale database sarà reso disponibile all’intera comunità scientifica. È stato inoltre realizzato un modello digitale (DEM) LIDAR/fotogrammetrico per la porzione di costa emersa. Esso è stato integrato con un rilievo batimetrico multibeam esteso fino alla profondità di 120 m. I rilievi geomorfologici e batimetrici, combinati con i dati sulle variazioni del livello del mare, consentiranno di ricostruire i cambiamenti nella paleogeografia dell’area durante gli ultimi 400.000 anni.
VARIAZIONI NELLA BIODIVERSITÀ DEGLI ECOSISTEMI MARINI COSTIERI INNESCATE DALL’AUMENTO DELLA TEMPERATURA DURANTE GLI ULTIMI INTERGLACIALI
La maggior parte dei sedimenti marini che erano presenti presso il sito dei Balzi Rossi è stata rimossa durante le fasi principali di scavo avvenute nel passato, e oggi tali sedimenti marini sono conservati in situ solo in affioramenti sparsi. Tuttavia, esistono estesi cataloghi faunistici, differenziati per unità stratigrafica, compilati durante le principali fasi di scavo del sito, e molti campioni sono stati conservati grazie alle politiche di protezione del patrimonio culturale attuate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria e dal Museo di Antropologia Preistorica di Monaco. Il progetto prevede uno studio paleontologico delle macro e microfaune ritrovate in situ o nei depositi archeologici e il loro confronto con campioni e cataloghi di controllo. Sono state riconosciute le faune a molluschi (malacofaune) caratterizzate dagli “ospiti caldi” (ad es. Persististrombus latus un mollusco gasteropode della famiglia Strombidae, simile nella morfologia agli attuali murici) finora riferite nel Mediterraneo al MIS5e. In futuro saranno approfondite anche le faune a molluschi relative ad altri interglaciali, e l’analisi degli isotopi stabili sulle conchiglie dei molluschi potrà fornire dati fondamentali su queste malacofaune per valutare la loro evoluzione ambientale.
RISPOSTE UMANE AI CAMBIAMENTI NEI LORO CONTESTI DI VITA GUIDATI DALLE VARIAZIONI COSTIERE
All’interno delle grotte dei Balzi Rossi è presente una straordinaria testimonianza dell'insediamento di Homo neanderthalensis e di Homo sapiens il cui studio può fornire informazioni sul popolamento umano al termine dell’ultima fase interglaciale. Le sepolture complete di Homo sapiens, importantissime a livello internazionale, risalgono invece all’ultima glaciazione, quando la linea di costa era molto arretrata verso mare e in quegli stessi sedimenti sono presenti livelli di conchiglie marine per scopo ornamentale e/o alimentare. Studi sulla sequenza stratigrafica che ha restituito un reperto osseo femminile attribuito nel passato a Homo heidelbergensis contribuiranno a verificare l’età del reperto e definire il contesto ambientale nel quale ha vissuto l’individuo a cui apparteneva. Al fine di ricostruire i processi e la formazione dei depositi archeologici all’interno delle grotte del complesso dei Balzi Rossi è stata svolta un’indagine bibliografica accurata per risalire alla stratigrafia originale del sito e alla storia degli scavi condotti nella zona nel corso degli anni.
Nuove indagini geoarcheologiche
Sono stati prelevati, con tecniche micro-invasive, numerosi campioni geologici di sedimenti da sottoporre ad analisi di laboratorio. Lo studio dei sedimenti al microscopio permetterà di chiarire quali sono stati i processi responsabili della formazione del record archeologico, nonché di comprendere le variazioni climatico-ambientali avvenute nel Pleistocene e ricostruire come veniva utilizzato lo spazio all’interno delle grotte, ad esempio identificando le aree destinate all’accensione dei fuochi. Supporto cruciale allo studio sarà dato dalle datazioni radiometriche (radiocarbonio e U/Th), a luminescenza stimolata otticamente (OSL) e magnetostratigrafiche, che consentiranno di ricostruire i tempi in cui è avvenuta la frequentazione umana nell’area e i momenti in cui avvennero i principali cambiamenti climatici. Sono inoltre in corso attività finalizzate alla raccolta di nuove evidenze archeologiche e geologiche indagando la porzione attualmente sommersa della scogliera dei Balzi Rossi e la pianura che si sviluppava di fronte ad essa fino ad una estensione di una decina di km per arrivare alla linea di costa. Queste ricostruzioni paleoambientali vengono realizzate attraverso indagini batimetriche e geofisiche dedicate e carotaggi all’interno dei sedimenti della piattaforma continentale.
Per approfondire: SPHeritage: un progetto di ricerca per lo studio dei cambiamenti ambientali del passato attraverso il patrimonio culturale - Pappalardo et al. 2022